"Cos'è la felicità? Ovviamente è possedere un nuovo telefono..."
Il recente lancio commerciale del nuovo iPhone, corredato da isterismo collettivo, attese spasmodiche, file di aspiranti acquirenti fuori dai negozi (come se ne vedevano in guerra per il pane), spinge a fare alcune considerazioni.
Cosa fa pensare alle persone che l'ennesimo gadget tecnologico possa migliorare così tanto la vita? Era così degradante possederne uno meno moderno? Si ha bisogno di sfoggiare l'ultimo ritrovato in fatto di telefonia per sentirsi accettati (o accettabili)?
Questa non vuole essere una critica al prodotto specifico ma solo una riflessione sull'importanza ricoperta dagli accessori, nelle esistenze di molti individui e sui meccanismi psicologici che spingono questi ultimi a sentirsi infelici, o addirittura inferiori, se non ostentano l'ultimo status symbol che offre il mercato.
Quanto ci si sente euforici dopo un nuovo acquisto? Quando l'auto è nuova non la si userebbe anche per andare in bagno e non la si lava tutte le settimane? Non ci si sorprende a guardare con uno sguardo passionale e un po' ebete da ragazzino innamorato, la nuova "conquista" e non si perde occasione per mostrarla a chiunque?