venerdì 20 luglio 2012

La Potenza del Pensiero...

Lo scorso post cercava di mettere in evidenza quanto i pensieri nascano da soli (come i fiori direbbe Vasco Rossi),  stavolta si cercherà di analizzare le conseguenze di avere nella testa una sorta di fabbrica di fuochi artificiali, senza che nessuno ne controlli produzione, sistemi di sicurezza e smaltimento scorie...
Nel nostro cervello è  presente una "simpatica" struttura chiamata ipotalamo, tra le sue funzioni vi è quella di assemblare delle sostanze chimiche dette peptidi (piccole catene di aminoacidi) formando così altre sostanze chiamate neuropeptidi che vengono immesse nel sistema circolatorio, e quindi in tutto il corpo, tramite l'ipofisi.
Parlando come si mangia, queste sostanze sono trasmettitori di informazioni, in pratica comunicano al corpo dei messaggi o comandi. Tra questi messaggi ve ne sono alcuni deposti al controllo della sudorazione o salivazione (ma credo non interessi a nessuno dei lettori risparmiare sul deodorante o partecipare ad una gara di sputi). I messaggi su cui ci soffermeremo sono quelli che provocano le cosiddette EMOZIONI.

Le emozioni non vanno confuse con i sentimenti. L'emozione è una risposta corporea, una manifestazione evidente, tangibile, di breve durata e di grande intensità, non a caso la parola deriva dal verbo latino emovere (scuotere, trasportare fuori, smuovere).
Sentimento deriva da sentire, percepire coi sensi e riguarda uno stato costante nel tempo, duraturo e radicato.  

Il nostro cervello, è scientificamente provato, non comprende la differenza tra situazioni reali e ricordi.
Sono stati fatti esperimenti che hanno evidenziato come stimoli reali e ricordi degli stessi stimoli, attivano le medesime aree del cervello.
Ad esempio, in una persona affetta da aracnofobia, il solo pensare ai ragni attiverà le stesse reti di neuroni del cervello che si attiverebbero alla vista dei tanto temuti aracnidi e l'ipotalamo produrrebbe il neuropeptide associato allo stato emotivo del terrore.
Da qui si deduce il senso del titolo del post perchè:

I PENSIERI HANNO IL POTERE DI GENERARE EMOZIONI
e quindi influenzano pesantemente le nostre esistenze.

Inoltre le cellule di tutto il nostro corpo, influenzate dai neuropeptidi, sviluppano una sorta di dipendenza biochimica dagli stessi. Quindi, se non si ha un controllo delle proprie emozioni, inconsciamente
(e probabilmente incoscientemente), ci si metterà  al servizio delle dipendenze emotive, cercando e ricercando situazioni reali o i pensieri che le soddisfano.

In precedenza si è constatato quanto i pensieri, senza un'attenta osservazione, vengano prodotti in piena autonomia dalla mente, ma c'è di più! I pensieri nascono seguendo le consuete associazioni o, considerando i pensieri come impulsi elettrici, le linee di minor resistenza all'interno del cervello.
Un esempio lampante può essere il ragazzo che è stato lasciato dalla fidanzata e non riesce a smettere di pensare a lei, in quei casi la mente produce pensieri che alimentano la produzione di sostanze chimiche che provocano emozioni di sofferenza, disperazione o abbandono di cui il corpo, in quella frangenza, è dipendente.
Altri casi simili sono il ripetere mentalmente situazioni passate come i  litigi, la mente immagina e rivive eventi spiacevoli innumerevoli volte, costruendo interi dialoghi, sequenze o sceneggiature alternative: "se solo gli avessi detto...", "...gli avrei dovuto tirare un cazzotto sul naso...", "...deve morire!!" etc. etc.

Don Miguel Ruiz, nel bellissimo libro "I quattro accordi", definisce l'uomo come "...l'unico animale che paga mille volte per lo stesso errore." e lo fa proprio ricordando migliaia di volte i propri errori, giudicandosi o incolpandosi per essi e producendo le stesse emozioni dolorose a cui le cellule sono assuefatte.

La situazione degli esseri umani, così descritta può sembrare disperata e in alcuni casi probabilmente lo è. Bisogna però considerare che, a volte, la sofferenza è un male necessario per comprendere o per crescere, è il famoso fondo che si tocca per iniziare a risalire (se si scava vuol dire che il fondo non è ancora stato raggiunto).
Può capitare a chiunque di stare così male fino ad un punto, quasi di rottura, in cui ci si stacca dalle situazioni, dal dolore e ci si può chiedere: "Perchè soffro? Soffrire non mi è di nessun aiuto per risolvere i problemi". Da quel punto ripartire, rimettere insieme i pezzi della propria vita e ricominciare con maggior vigore.

Fortunatamente, non è necessario giungere per forza a questi punti limite, con un po' di pratica e di forza di volontà si hanno a disposizione numerose strategie (conosciute e tramandate da millenni in tutte le porzioni del pianeta, nei prossimi post ne verranno descritte alcune) per arrivare a un maggiore controllo dei propri pensieri, delle proprie emozioni e quindi della propria vita.

Si può smettere di vivere come se fossimo palline di un flipper in balia delle emozioni, inserire finalmente un gettone ed iniziare a giocare!
Non spariranno i problemi e nemmeno il loro carico emotivo, ma verranno affrontati con quella che Bruce Lee definiva "concentrazione agonistica" (e ricordate che Bruce Lee le ha suonate a Chuck Norris!).


Film Consigliati:

Libri Consigliati:
I Quattro Accordi - Don Miguel Ruiz
Il Potere di Adesso - Eckhart Tolle

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