In presenza di forti emozioni, una delle prime e delle più evidenti re-azioni corporee è il cambiamento dei ritmi respiratori.
Non a caso il comune detto "rimanere senza fiato" lascia supporre che il soggetto sia stato testimone di un evento strabiliante mentre, muovendoci su esempi più tristi, durante un attacco di panico la respirazione diviene terribilmente affannosa e superficiale, alimentando il poco piacevole senso di asfissia percepito.
Si tratta quindi di cambiamenti involontari delle modalità respiratorie del corpo, a fronte di percezioni di situazioni reali, ricordi o pensieri di qualsiasi tipo.
Nelle arti marziali orientali il respiro, praticato coscientemente, è necessario per il mantenimento del ki, l'energia vitale, di cui ognuno ha una razione quotidiana ma che quasi tutti dissipano nella frenetica produzione dei soliti pensieri associativi involontari e relative emozioni.
Continuando sulla scia degli esempi tristi, chi (sic!) è affetto da depressione e si lamenta sempre, di ki ne ha poco o addirittura ne è in debito come una carta revolving, cosicchè si aggrappa al ki degli altri e/o magari alla lunga si ammala (purtroppo, non solo la saggezza popolare del "farsi un fegato così dalla rabbia", ma anche la scienza, ha dimostrato che buonumore e salute viaggiano accoppiati come Mimì e Cocò). Se il respiro è il primo fattore che viene intaccato da emozioni involontarie, può benissimo essere usato consapevolmente per la riconquista VOLONTARIA dello stato ottimale del funzionamento corporeo e per il mantenimento di compostezza e freddezza in situazioni critiche (il famoso sangue freddo avrebbe dovuto chiamarsi respiro freddo, ma si sarebbe confuso con una marca di mentine).
In pratica concentrarsi sul respiro può essere la prima azione consapevole per ridurre o eliminare gli effetti di una re-azione inconsapevole del corpo.
Respirare consapevolmente, quindi mantenere un'attenzione costante al flusso d'aria durante inspirazione ed espirazione, è a tutti gli effetti una meditazione.
La meditazione buddhista Vipassana e tutte le meditazioni e lo yoga in genere, cominciano proprio con l'acquisizione della consapevolezza del respiro cioè con il focalizzare l'attenzione verso la respirazione.
Cosa produce portare la propria attenzione al respiro?
Innanzitutto si crea un momento di break durante la produzione compulsiva di pensieri che, come si è visto, alimentano le emozioni. Questi momenti di vuoto mentale sono importanti perchè interrompono il grande spreco di energia indotto da re-azioni inconsapevoli.
Un po' come quando il coach di una squadra di basket chiama il time-out per riorganizzare la squadra e per far riprendere concentrazione e "fiato" ai propri atleti.
Respirando con attenzione si acquisirà inoltre una profondità respiratoria maggiore, migliorando l'afflusso di ossigeno all'organismo utilizzando maggiormente il diaframma e meno altri muscoli secondari.
Non è necessario procurarsi un attacco d'ansia per provare gli effetti benefici di una respirazione cosciente. Per i più, all'inizio, sarà difficile ricordarsi di respirare consapevolmente, soprattutto nel mezzo di un crisi di nervi o un litigio, per questo motivo ci si deve abituare quotidianamente, o meglio tutte le volte che ci si ricorda, a respirare con attenzione.
E' semplicissimo, ci si concentra sull'aria che entra ed esce (preferibilmente utilizzando le narici), sulle sensazioni che dà, sull'addome che si gonfia e si sgonfia. Ci si può concentrare sull'aria fredda che entra durante l'inspirazione e su quella calda che esce durante l'espirazione oppure mantenendo l'attenzione su tutto il corpo o vicino al cuore, in mezzo al torace.
Si può accompagnare ogni azione con un pensiero volontario tipo "sto inspirando" e "sto espirando" ma la concentrazione deve rimanere focalizzata sul corpo.
Qualcuno potrà obiettare: "Che palle, non ho tempo di farlo!".
Ma come non si può avere tempo di respirare??? Cosa cambia se mentre vado al lavoro mi concentro qualche minuto sulla respirazione, al posto di pensare al traffico, allo smog, al capo o alle tasse?
E' opinione comune che preoccuparsi è sinonimo di impegnarsi per la soluzione ai problemi, in realtà è proprio il contrario! Le soluzioni si trovano molto prima in uno stato di calma senza il disturbo di pensieri ossessivi o emozioni incontrollate come ansia o fretta.
Moltissimi uomini di scienza hanno dichiarato di aver avuto le loro migliori intuizioni nel momento in cui hanno smesso di cercare la soluzione ai loro dilemmi, nei momenti di pausa o addirittura durante il sonno.
Ai musicisti (cantanti e non), agli sportivi di tutte le discipline e persino ai politici, viene insegnata la respirazione più idonea alle loro attività, perchè non imparare a respirare con consapevolezza per affrontare con più calma le comuni sfide della vita?
Il respiro può essere un importante passo verso una maggior consapevolezza di sè, del proprio corpo, delle proprie potenzialità e per migliorare sensibilmente la qualità della propria vita.
Non vi resta che provare a RESPIRARE CONSAPEVOLMENTE, tutte le volte che vi ricordate.
Libri Consigliati:
Un Mondo Nuovo - Eckhart Tolle
La Via della Completezza - Robert S. De Ropp
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